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Le difficoltà del Narratore

Le difficoltà del Narratore

Cosa significa gestire un’avventura “complessa” per il Narratore?

Tutte le avventure per Uno Sguardo nel Buio, sia quelle in formato esteso che quelle brevi nella collana delle ‘Opere Eroiche’, sono corredate da un indicatore di “complessità” per il narratore. Che cosa indica esattamente questo punteggio?

Nel mondo classico della prima edizione di Uno Sguardo nel Buio, la difficoltà delle avventure—i cosiddetti “scenari dell’avventura fantastica”—era indicata con un intervallo numerico. Questo segnalava la difficoltà media degli scontri e delle prove di abilità previste nel corso della storia. Un gruppo di eroi al di fuori dell’intervallo aveva quindi poche speranze di superare l’avventura con successo.

Nell’immagine è visibile lo specchietto de “La Porta dei Mondi”, che prevedeva un gruppo di 4–7 personaggi di livello 3–8.

Specchietto della difficoltà

Lo specchietto della difficoltà nelle avventure della 5a edizione.
Lo specchietto della difficoltà nelle avventure della 5a edizione.

Le avventure della 5a edizione di Uno Sguardo nel Buio contengono ancora un suggerimento sul livello degli eroi (espresso come livello di esperienza suggerito), ma le indicazioni nello specchietto in 4a di copertina sono ora più dettagliate. In particolare vengono riportate anche quali siano le competenze maggiormente richieste e la complessità per i giocatori.

Il punteggio di complessità per i giocatori (che può essere bassa, media o alta) indica il livello di esperienza suggerito per i giocatori. Avventure semplici per i giocatori hanno una struttura in genere più lineare e sono indicate anche per una tavolata inesperta di USnB (e di gioco di ruolo in generale). Avventure complesse d’altro canto presentano una vastità di opzioni per gli eroi e possono richiedere una certa dimestichezza con l’ambientazione di Uno Sguardo nel Buio, per cogliere i vari riferimenti interni e i collegamenti della storia con il mondo di gioco.

I livelli di esperienza degli eroi indicati dal Regolamento.
I livelli di esperienza degli eroi indicati dal Regolamento.

Il livello di esperienza e le competenze richieste servono al narratore per valutare se un’avventura possa essere adatta o meno ad uno specifico gruppo di avventurieri. In questo caso l’esperienza viene indicata con i vari livelli previsti dal Regolamento, che spaziano dall’inesperto al leggendario.

Uno Sguardo nel Buio non ha un sistema di incasellamento delle capacità degli eroi in livelli numerici, per cui le indicazioni vanno interpretate e rapportate con le competenze richieste. È possibile che un’avventura che richieda eroi esperti con competenze sociali (un intrigo ad un ballo in maschera horasiano) sia comunque poco adatto ad una banda di barbari fjarninghi di livello leggendario.

Salvo eccezioni, la maggior parte delle avventure ufficiali di Uno Sguardo nel Buio prendono a riferimento l’eroe tipico di livello esperto con 1100 Punti Avventura.
Salvo eccezioni, la maggior parte delle avventure ufficiali di Uno Sguardo nel Buio prendono a riferimento l’eroe tipico di livello esperto con 1100 Punti Avventura.

E per il narratore?

Anche il narratore è un giocatore, ovviamente! Per cui è più che giusto che l’avventura possa essere calibrata anche in base al livello di difficoltà previsto per lui o per lei. La “complessità per il narratore” riportata nello specchietto può essere bassa, media oppure alta.

Un’avventura di bassa complessità non richiede una grande conoscenza dell’ambientazione, di norma è provvista di moltissime indicazioni di supporto e di consigli su come gestire i possibili comportamenti dei giocatori. Generalmente può essere sufficiente una letta veloce dell’avventura per intavolare la partita senza problemi.

Di contro, un’avventura molto complessa conterrà parti imprevedibili o molto variabili, che vanno gestite in autonomia sulla base delle informazioni disponibili o improvvisando. Possono anche contenere scene intricate che vanno studiate in maniera approfondita per essere proposte in maniera convincente. Avventure complesse contengono di norma anche meno informazioni di supporto, come spesso accade per le avventure brevi nella collana delle ‘Opere Eroiche’ per esigenze di spazio.

Per esempio?

La Liberazione di Silvana

L’avventura breve “La Liberazione di Silvana” è un’avventura in pieno vecchio stile, basata sull’esplorazione di uno scantinato, particolarmente semplice per il narratore. Gli ambienti sono presentati su una mappa, ogni stanza e corridoio è corredato da una dettagliata spiegazione che può essere consultata rapidamente anche durante la sessione di gioco, mentre le informazioni necessarie per intavolare l’avventura sono essenziali.

La Muta del Serpente

Di contro, l’avventura “La Muta del Serpente” si basa su un complesso intrigo, che coinvolge una serie di personaggi non banali ed i cui ruoli vanno studiati prima di iniziare la sessione. Anche le interazioni dei giocatori con i personaggi non giocanti non sono indicate nel fascicolo, perché a causa della natura dell’avventura non sono prevedibili. In questo caso è richiesta una buona dose di improvvisazione per reagire alle indagini degli eroi, il che comporta una complessità ben più elevata.

La questione della preparazione

Come ci insegna la “Guida per il Dungeon Master pigro” di Sly Flourish, il ruolo del narratore non deve essere visto come un faticoso compito a casa da svolgere in funzione del divertimento degli altri giocatori. Per il narratore è perfettamente possibile—anzi, quasi doveroso nei confronti del proprio ruolo da giocatore—investire meno tempo in preparativi e divertirsi il più possibile!

Lo stesso tema della “minor preparazione” (o ’less prep’ per i patiti degli inglesismi) viene trattato frequentemente nel podcast di Andrea Lucca, il venerabile locandiere della Locanda del Drago Rosso, come ad esempio nell’episodio “Essere Impreparati”.

Sulla base dei commenti del locandiere, i nostri suggerimenti possono essere riassunti nei seguenti punti:

  1. Ai giocatori non è richiesta preparazione, se non quella di apprendere le regole del gioco e di preparare un personaggio. Al tavolo i giocatori sono costretti ad improvvisare sulla base della storia che viene proposta dal narratore. Le stesse condizioni dovrebbero valere per il narratore, che improvvisando sugli stimoli dei giocatori ha più opportunità di tessere una storia su cui i giocatori sentano di avere un’influenza.

  2. Non ci sono abilità richieste per giocare di ruolo e non ce ne sono di speciali per interpretare il narratore. C’è chi si trova più a suo agio a scrivere storie, c’è chi invece è più abile nell’improvvisare. In entrambi i casi è opportuno giocare da narratore senza sentire il proprio ruolo come un impegno gravoso. Le avventure pronte all’uso e di bassa complessità servono anche a questo.

  3. Nessun piano sopravvive al contatto con il nemico, come soleva dire il generale prussiano Von Moltke. Ogni avventura, per quanto ben scritta e preparata, verrà inevitabilmente messa alla prova dal comportamento dei giocatori. Tonnellate di meme online sono stati creati su questo tema, a indicazione del fatto che è sempre bene prevedere un po’ di improvvisazione sulla base di brillanti idee[senza fonte] che vengono in mente agli eroi.

  4. È molto facile improvvisare basandosi su stereotipi narrativi e personaggi archetipali. Questi cliché, che vengono da storie già note e vivono già nell’immaginario comune dei giocatori al tavolo, sono perfettamente funzionali e anzi possono risultare più vividi agli occhi degli ascoltatori rispetto a storie più convolute e difficili da trasmettere al tavolo. L’ambientazione di Uno Sguardo nel Buio in particolare vive di cliché e quindi può sposarsi bene con questo approccio.


Tornando al tema della complessità, in ogni caso un’avventura complessa richiede che il narratore “colmi i vuoti” che sono presenti nel materiale ufficiale (per ragioni intrinseche di struttura o di spazio). Questo può essere fatto sia con più preparazione prima della sessione sia con più improvvisazione… l’importante è divertirsi!